Cheese-Cake al Cioccolato Vegana senza Cottura
17 Aprile 2015

Porzioni
2 porzioni
Strumenti
- Teglia 11,5 cm
Preparazione
10 minuti
Ingredienti
Per la base:
- 40 gr di mandorle
- 30 gr di noci di pecan
- 20 gr di fave di cacao spezzettate
- 1 e 1/2 datteri Medjool grandi o 2 piccoli
Per la crema al cacao:
- 70 gr di anacardi
- 30 gr di olio di cocco spremuto a freddo
- 20 gr di zucchero di cocco
- 1 tsp (=2 cucchiaini rasi ) di lecitina di soia (facoltativa)
- 20 gr di cacao crudo
- 60 ml di acqua filtrata
Procedimento
- Mettete gli anacardi in ammollo per almeno due ore.
- Per la base: In un piccolo frullatore, frullate mandorle, noci pecan fino ad ottenere una farina ancora leggermente granulosa, aggiungete le fave di cacao e frullate per pochi secondi di modo che le fave rimangano a pezzetti.
- Aggiungete i datteri e frullate per 3 secondi o finché il composto non sarà amalgamato.
- Versate l’impasto sul fondo di una teglia o di un anello di acciaio e appiattitelo con le mani in modo omogeneo.
- Riponete in frigo.
- Per la crema al cioccolato: sciogliete l’olio di cocco a bagnomaria facendo attenzione che non si scaldi troppo.
- Mettete tutti gli ingredienti in un frullatore, mischiateli con un cucchiaio e poi frullateli alla massima velocità per 20 secondi o finché la crema non sarà liscia e spumosa.
- Versate sulla base e riponete in frigo per una notte o in freezer per almeno due ore e trasferitela nel frigo un’ora prima di servirla.
Note
- La “glassa” al cioccolato che vedete nella foto è fatta mescolando un cucchiaino di cacao, due di sciroppo di cocco o sciroppo d’acero e un cucchiaino di acqua. Può essere omessa.
- E’ fondamentale mettere in ammollo gli anacardi per ammorbidirli e far si che frullandoli diano una consistenza cremosa.
- La lecitina di soia fa si che la consistenza della crema sia più spumosa perché emulsiona i grassi. In caso non la abbiate potete ometterla, otterrete solo una crema leggermente meno spumosa, ma il gusto sarà come quello originale!
- L’olio di cocco può essere sostituito da burro di cacao.
- Potete congelare questa torta per anche un mese e metterla in frigo la sera prima del giorno in cui volete consumarla.
- Potete fare la base con qualsiasi frutto a guscio vi piaccia, basta che la dose totale sia uguale a quella indicata nella ricetta.
Curiosità
Qual è il sogno di ogni donna?!
Ma no dai, non vale rispondere: sposare un miliardario.
Allora riformulo la domanda:
Qual è il sogno di ogni donna dopo quello di sposare un miliardario?
Poter mangiare una torta al cioccolato senza sentirsi in colpa.
Non so se questo sia il sogno di tutte tutte, ma sono certa lo sia almeno del 90% delle donne.
Sono sempre stata una di quelle persone che alla vista di una brownie non capiva più nulla e che ci si buttava a capofitto divorandone almeno 5 pezzi, perché li per li quell’infame mica ti fa sentire piena, poi però, di punto in bianco, boom! Si espande e si piazza li nello stomaco e non lo smuovi neanche a pagarlo peso d’oro. Per non parlare poi dei classici sensi di colpa che soprattutto noi donne abbiamo dopo una scorpacciata di dolci: è davvero un sentimento stupido se ci pensate bene, ma purtroppo è qualcosa di incontrollabile.
Ma –e certo che c’è un MA, altrimenti cosa sono qui a fare- con questa torta i sensi di colpa non esistono perché ogni singolo ingrediente, in un modo o in un altro, ha effetti benefici sul vostro organismo.
Certo non sto dicendo che potete mangiare una torta intera tutti i giorni, ma se quando la mangiate fate il bis o il tris, vi assicuro che quella odiosa vocina che quando affondate la forchetta nella terza fetta di torta di solito vi dice “Ma no dai, non puoi, poi ingrassi!” (parola che dovrebbe essere bandita dal vocabolario, tra l’altro!) non si farà sentire.
E vi dico anche perché quella vocina non si farà sentire, perché non ha proprio nulla da rimproverarvi: questa torta contiene pochissimi acidi grassi saturi (i “grassi cattivi” che aumentano il “colesterolo cattivo” LDL) e non contiene zucchero raffinato che crea picchi glicemici.
Questa torta è invece ricca di acidi grassi insaturi (“grassi buoni” che aumentano il “colesterolo buono” HDL) contenuti nella frutta a guscio, zucchero di cocco che mantiene costante il livelli di glucosio nel sangue e in più contiene cacao crudo e puro che è ricco di antiossidanti (non come il cacao della Cameo che è super raffinato e gli antiossidanti li vede forse solo in fotografia). Meglio di così non si può!
Nota: potete sostituire l’olio do cocco con il burro di cacao lasciando invariata la dose, come suggeritomi da Vero di Vegano No-Strano: il risultato è incredibile in entrambe i casi.
Grassi e Colesterolo: facciamo un po’ di chiarezza
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questi grassi che qui se no non ci si capisce più nulla.
Innanzitutto, cosa sono i grassi?
I grassi sono costituiti per il 95% da trigliceridi (che a loro volta sono costituiti da 3 acidi grassi e una molecola di glicerolo) e per il 5% da fosfolipidi e steroli. Leggendo questi numeri capirete subito che poiché i trigliceridi e quindi gli acidi grassi, hanno un’incidenza maggiore, saranno questi a determinare se un grasso sia “buono” o “cattivo”.
Gli acidi grassi possono essere saturi o insaturi. E fin qui, più o meno ci siamo tutti.
Ci hanno sempre detto che quelli saturi fanno male e quelli insaturi fanno bene, ma il perché è sempre stato un po’ vago.
Facendola proprio semplice funziona più o meno così:
Gli acidi grassi saturi sono principalmente di origine animale (es. lardo, grasso della carne e burro – unici grassi a contenere colesterolo) e li riconoscete perché sono solidi a temperatura ambiente. Anche l’olio di palma, nonostante sia liquido a temperatura ambiente, contiene per lo più acidi grassi saturi. Gli acidi grassi in generale possono essere a catena corta, media o lunga e nel caso di quelli saturi, i peggiori per il nostro corpo, sono quelli a catena lunga (contenuti soprattutto nei grassi della carne e nell’olio di palma) perché oltre a richiedere una digestione molto lunga, favoriscono l’aumento del famoso “colesterolo cattivo” (LDL low density lipoprotein).
Gli acidi grassi insaturi, che possono essere monoinsaturi o polinsaturi, sono liquidi a temperatura ambiente e sono di origine vegetale (oli, semi e frutta a guscio). A questa famiglia appartengono gli omega-3 e gli omega-6 che hanno la capacità di far abbassare il colesterolo cattivo LDL, innalzando i livelli di “colesterolo buono” HDL.
Cerchiamo di capire meglio cosa siano questi LDL e HDL.
Per avere un’idea di cosa sia l’LDL immaginatelo come una barchetta fatta di proteine che trasporta prevalentemente colesterolo, che viene formata dal fegato (inizialmente contiene anche trigliceridi che vengono presi e utilizzati dalle cellule come energia) e inizia a vagare nelle nostre arterie. Appena le cellule la vedono un po’ di colesterolo per formare ad esempio nuovi tessuti cellulari. Passate in rassegna tutte le cellule però può capitare che rimanga ancora un po’ di colesterolo. Ed ecco che entra in gioco il famoso “colesterolo buono” HDL (high density lipoprotein) che richiama alla base (cioè il fegato) la barchetta LDL. Il fegato quindi ha due possibilità: o espelle il colesterolo (formando la bile) o fa qualche maneggio e lo rimette su un’altra barchetta di proteine (insieme ai trigliceridi –la benzina delle cellule) sperando che adesso le cellule ne abbiano bisogno.
Aumentare l’LDL significa che il fegato inizia a produrre un sacco di barchette contenenti il colesterolo, ma le cellule del corpo sono sempre le stesse e il loro fabbisogno di colesterolo rimane invariato, quindi ci sarà sempre più colesterolo che rimane inutilizzato. In più l’HDL non ci capisce più nulla perché ha troppe barchette di LDL da richiamare all’ordine e così queste barchette di LDL ricche di colesterolo rimangono li, nelle nostre arterie, il colesterolo dopo un po’ si attacca alle pareti delle arterie stesse, si ossida e il patatrac è fatto: le pareti delle arterie si rimpiccioliscono e si induriscono e come tutti sappiamo questo può portare a malattie cardiovascolari.
Assumere alimenti ricchi di grassi insaturi (limitando gli oli e prediligendo semi e frutta a guscio) fa si che l’HDL aumenti e con lui anche le barchette di LDL richiamate alla base. Più colesterolo viene quindi “espulso” o riciclato e quello che rimane nelle arterie diminuisce drasticamente.
Tenete presente che il nostro corpo, macchina perfetta, produce già (a partire da proteine, carboidrati e acidi grassi) il colesterolo necessario a soddisfare il fabbisogno di tutte le cellule. Potete quindi immaginare che il colesterolo in eccesso, che deriva dal consumo di grassi di tipo animale, rappresenti il surplus che il nostro corpo non riesce a smaltire accumulandolo così nelle arterie.
L’olio di cocco è uno dei pochi esempi di grassi vegetali che contengono acidi grassi saturi. Essendo a catena media, vengono digeriti ed assimilati facilmente dal nostro intestino e in più, contenendo acido laurico, ha proprietà antinfiammatorie e stimola la tiroide. Utilizzato in moderazione, scegliendolo biologico e spremuto a freddo, l’olio di cocco può essere un fantastico alleato in cucina sia nella preparazione di dolci, che di ricette salate.
E il burro? Il burro invece è un acido grasso insaturo a catena corta e come tale più facile da digerire. Con questo non voglio dire di mangiarvi un panetto di burro al giorno (visto che essendo un grasso di origine animale contiene colesterolo), ma se non avete problemi di colesterolo alto e se lo acquistate biologico e non pastorizzato, potete consumarlo, seppur con moderazione. Mi raccomando!