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Insalata Fichi, Nocciole e Foglie di Ravanello

8 Ottobre 2015

di Emanuela Caorsi

Porzioni

1 porzione

Strumenti

  • Mortaio

Preparazione

5 minuti

Ingredienti

  • un mazzo di ravanelli con i ciuffi
  • 4/6 fichi
  • una manciata di nocciole tostate

Per il condimento:

  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva spremuto a freddo
  • 1 cucchiaio di aceto di mele non pastorizzato
  • 1 cucchiaio di miele di acacia (o malto di riso o sciroppo d’acero per una versione vegan)
  • 2 cucchiai di acqua
  • 1/4 di cucchiaino di sale rosa o sale marino

Procedimento

  1. Separate i ciuffi dalla radice di ravanello. Con le mani staccate le foglie scartando gli steli. Lavatele, asciugatele e mettetele in una ciotola capiente.
  2. Lavate i ravanelli sotto l’acqua corrente per eliminare la terra -se avete uno spazzolino da denti che non usate più usatelo per toglierla ancora meglio-. Tagliateli a fettine sottili e aggiungeteli alla ciotola.
  3. Lavate i fichi -tenete la buccia mi raccomando!-, tagliateli in quattro e aggiungeteli all’insalata, tenendone da parte due uno o due per la decorazione.
  4. Schiacciate le nocciole grossolanamente in un mortaio o sul tagliere aiutandovi con un bicchiere -non frullatele mi raccomando!- e aggiungetele all’insalata, tenendone da parte alcune per la decorazione.
  5. Preparate il condimento mischiando tutti gli ingredienti in una ciotola e versatelo sopra l’insalata, mischiate e lasciate marinare fuori dal frigo per una decina di minuti -in questo modo le foglie di ravanello di ammorbidiranno assorbendo il condimento.
  6. Dividete l’insalata in due ciotoline (o una ciotola grande se la mangiate da soli come ho fatto io!) e aggiungete i fichi e le nocciole che avete tenuto da parte e servite subito.
  7. Per le nocciole: tostatele voi se possibile! Basta mettere le nocciole crude in forno statico a 170°C per 25-30 minuti rigirandole di tanto in tanto. Saranno pronte quando avranno assunto un colore marocchino chiaro-ambrato. Strofinandole tra le mani, la buccia andrà via facilmente.

Curiosità

ravanelli-insalata
Come forse avrete visto su instagram o su FB, sono stata recentemente a Copenhagen con la mia dolce metà. Che dire? La città è meravigliosa, piena di ragazzi, si respira un’aria rilassata, tutti girano in bici, ci sono pochissime macchine e la città è così piccolina che si può girare a piedi: in quattro giorni non abbiamo mai preso un mezzo di trasporto, se non i nostri piedi! Facevamo venti chilometri al giorno. Dei matti! Ma è talmente bella che non ci è pesato affatto. Ci siamo sentiti a casa e soprattutto ci siamo sentiti liberi, ci siamo sentiti noi stessi. Qui in Italia facciamo fatica ad essere sorridenti e siamo meno spensierati e non ho ancora ben capito il motivo.
Una delle cose che mi ha fatto sentire come non mi sentivo da mesi è stata la possibilità di poter mangiare fuori senza problemi. Sembrerà una scemata, ma qui in Italia mangiare senza glutine e senza prodotti di origine animale sembra una cosa da U.F.O.. Che poi, quando vado a cena fuori, mi farei andare bene anche qualcosa di vegetariano, ma quello che è vegetariano ha la farina -rigorosamente bianca eh, perché quella integrale è anch’essa una cosa da U.F.O.- e quello che non ha la farina sono carne o pesce. I legumi…Cosa? Scusa? Legumi? Maccheccavolo sono? Questa sarebbe la risposta nel 99,9% dei ristoranti italiani. Insomma, per me, e per tutte le persone che per sfiga -vedi celiachia- o per scelta -wholefood plant based- vogliono seguire un’alimentazione diciamo “diversa” per non dire “più sana” -come in realtà dovremmo dire!- in Italia l’offerta è praticamente nulla. Ma si può?
Questo per dire che a Copenhagen, la prima sera, quando mi sono seduta in un ristorantino carinissimo per mangiare un piatto di verdure al curry con riso integrale -dove Giacomo ha mangiato l’agnello con spinaci e riso basmati. Quindi non un ristorante vegano, ma semplicemente un ristorante in cui sanno cosa significhino “vegan” e “gluten free”!- mi sentivo felice come una bambina a cui è stato regalato un gioco nuovo. E quello è stato solo l’inizio: non ho mai, e dico mai, avuto problemi a farmi capire, soprattutto quando chiedevo qualcosa di “gluten free” -che è per me la cosa più importante- e non sentirmi rispondere come mi era successo all’EXPO: “mmmm…senza glutine…c’è il latte quindi si, il glutine c’è” è stato un vero sollievo!
Ecco, ho finito di lamentarmi. Lo giuro.
EmanuelaCaorsi-ravanelli

EmanuelaCaorsi-ravanelli2
Ma veniamo a cose più interessanti: avete mai pensato che i ciuffi dei ravanelli fossero perfetti per un’insalata? Io ammetto di no, fino a poco tempo fa. Poi, visto che la mia filosofia è “se è verde, fa bene”, e dato che di buttare via tutto quel ben di Dio proprio non se ne parla, ecco che i ciuffi che ravanelli sono finiti dritti dritti in questa insalata decisamente insolita, ma buonissima.
Come il ravanello, anche le foglie sono leggermente piccantine e si sposano perfettamente con la dolcezza dei fichi e il gusto intenso delle nocciole tostate. Fate un boccone con tutto e mi darete ragione. Questa è solo un’idea, ma le foglie possono essere aggiunte anche ad una normale insalata o saltate in padella con uno spicchio d’aglio da mangiare così o da aggiungere a delle frittatine come queste.
EmanuelaCaorsi-ravanelli-insalata

I ravanelli: ottimi per il cuore e non solo

I ravanelli stimolano l’appetito, alleviano le infezioni respiratorie, disintossicano e purificano la cistifellea e il fegato, alleviano i sintomi del raffreddore e della febbre e sono dei diuretici naturali. Nella medicina cinese, i ravanelli vengono utilizzati per aiutare la digestione, diminuire il catarro e il muco, dare sollievo al mal di testa e curare le laringiti.
I ravanelli contengono salicilati -lo stesso composto utilizzato per fare l’aspirina- che aiutano ad evitare la formazione di trombi -che portano ad infarti od ictus-. Inoltre, i ravanelli contengono composti fotochimici chiamati antocianine che agiscono come antiossidanti; proteggono gli occhi dai radicali liberi riducendo così il rischio di maculopatia; migliorano la circolazione e proteggono dai problemi al cuore inibendo la produzione dei trombi e aiutano il corpo a disfarsi di possibili sostanze cancerogene.
I ravanelli contengono anche minerali come calcio, ferro, magnesio, fosforo, potassio, sodio, zinco, rame e manganese e vitamine A, C, E (gli antiossidanti per eccellenza!) e B1, B2, B3, B6 e acido folico (necessari per un’ottima salute mentale e per combattere stanchezza e depressione).
Non male per un “banale” ravanello, no?!
Se quello che vi allontana dai ravanelli è il gusto un po’ pungente, pelateli! Gli oli che danno ai ravanelli il loro sapore piccantino, sono contenuti proprio nella pelle esterna.
Per questa ricetta ho usato i classici ravanelli rossi, ma esistono anche bianchi -come potete vedere nella foto- e neri. Il daikon fa parte della famiglia dei ravanelli così come il rafano -il famoso wasabi che danno spesso con il sushi.

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