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Ayurveda: La Mia Esperienza

5 Luglio 2017

(aggiornamento al 26 Dicembre a piè di pagina)

Come promesso, eccomi qui a raccontarvi della mia esperienza con l’Ayurveda. Un’esperienza iniziata ormai un mese e mezzo fa e che, onestamente, mi ha cambiato la vita…in meglio ovviamente!

Se avete seguito un pochino di questa avventura sui miei social (Facebook e Instagram), avrete visto che da un mesetto a questa parte ho iniziato a mangiare solo alimenti cotti e a reintrodurre latticini, patate, banane e tutto quello che non mangiavo da un sacco di tempo per cercare di eliminare la candida. Visto che in molti vi siete chiesti il perché e vi siete domandati il motivo di questo “cambio di rotta”, ho deciso di scrivere questo articolo per spiegarvi bene i motivi.

Capperi! Non so da dove cominciare…

Parto brevemente da me e dalla Rapa. La Rapa è nata a seguito di un periodo di crudismo estremo della mia vita. Non lo rinnego, ma sono consapevole che, come ho imparato ora, per la mia costituzione secondo l’Ayurveda e per il mio intestino delicato, sia stato deleterio per la mia salute. Un mese sarebbe stato perfetto. Otto mesi, decisamente too much – ma come sempre non ho mezze misure, mannaggia a me! 

Anni fa mi sono avvicinata al veganesimo perché sentivo che i prodotti animali non facevano più per me. Non ne sentivo più il bisogno. Mi ha fatto benissimo disintossicarmi, non lo nego, e per un periodo mi ha fatto stare molto bene, ma poi ho iniziato a sentire che mancava qualcosa. Non ero in equilibrio e la mia salute vacillava sempre un po’.

Visto che il mio avvicinarmi al mondo vegan era stato dettato prevalentemente da motivi di salute, quando durante il mio percorso per eliminare la candida mi era stato detto di ricominciare a mangiare uova e pesce (il mio apporto proteico era ridicolo mangiando solo verdure, semi e frutta a guscio. Gli anticorpi sono proteine.), lo ho accettato senza opporre resistenza. Il mio obiettivo era stare bene, non fossilizzarmi su un’alimentazione che non mi aveva fatta guarire. 

Piccolo inciso: detto questo, io preferisco mille mila volte di più una ciotola di humus che una fetta di salmone o un uovo, sia chiaro! Quindi si, la mia indole e il mio gusto va più verso le cose veg, ma per me prima viene la salute.

Ecco quindi che, quando durante la prima visita, Kandeepan Joythimayananda, mi ha detto che avrei dovuto iniziare a bere latte di mucca tutte le mattine, dopo un momento di sgomento -molto!- lo ho accettato di buon grado. Lo stesso vale per il mangiare patate, banane e…riso bianco! Ogni volta che scrivo queste cose mi rendo sempre più conto di come Kandeepan abbia stravolto le mie certezze! Ma, cavoli, aveva ragione lui!

Cerco di spiegarvi a modo mio il motivo di questo cambiamento così drastico e, allo stesso tempo, così efficace. 

Dunque…In Ayurveda ci sono 3 costituzioni (dosha), Vata, Pita e Kapa. 

Ogni persona, in media, è fatta di due di queste costituzioni e solo se sono in equilibrio si raggiunge il vero benessere. In base all’alimentazione e allo stile di vita questi dosha possono andare in disequilibrio.

Io sono Vata-Pita. Da come mi dice Kandeepan sono una border-line. 50% Vata e 50% Pita. Di indole Vata, ma per come sono cresciuta, Pita. Un Vata Pitizzato, insomma (orami parlo così! Mannaggia! Le mie amiche lo sanno!).

E’ facile quindi che, sbagliando l’alimentazione o lo stile di vita, io mandi tutto fuori equilibrio. Come ho fatto d’altronde! 

Gli esempi che vi farò di seguito sono legati alla mia costituzione e non vogliono assolutamente essere una spiegazione esaustiva dell’Ayurveda. Per quello c’è una novità fighissima a fine post.

Vata è aria. A livello di carattere chi è Vata è creativo, è un fiume in piena di idee. Di base direi che tutti gli artisti sono molto Vata. Se Vata aumenta molto si diventa ansiosi, inconcludenti e con la testa che frulla e macina idee senza poi portarle a compimento. A livello fisico, Vata oltre ad altre parti del corpo, risiede nell’intestino. Se è in disequilibrio significa che si ha un sacco di aria, quindi fermentazione, nella pancia. 

Pita è fuoco. A livello di carattere chi è Pita è leader, è un panzer, ovvero se si mette in testa una cosa non demorde fino a quando non la ha ottenuta. Pita è legato anche al fuoco digestivo, agni, che risiede nello stomaco. Quindi, se Pita si abbassa tanto, la digestione va a farsi friggere (come è successo a me!).

Kapa è terra. A livello di carattere chi è Kapa è felice di avere una routine e delle abitudini ben consolidate. Per me l’idea di fare un lavoro d’ufficio e avere sempre il solito tran-tran è la morte civile, per alcuni, invece, è fantastico! Queste persone probabilmente hanno una componente Kapa. 

La cosa super affascinante dell’Ayurveda è che ci si rende conto di come il cibo sia davvero una medicina. Il che va oltre il “non mangiare zucchero raffinato o farina bianca”. Molto oltre. Il cibo non adatto alla tua costituzione può farti cambiare carattere e diventare qualcuno che non sei o farti sviluppare malattie. Vi spiego meglio parlandovi di me.

La distinzione Vata, Pita, Kapa può essere applicata agli alimenti. Nel mio caso, mangiando molti alimenti crudi, consumando molte verdure a foglia verde, mangiando molti semi e frutta a guscio, tutti alimenti che aumentano molto la componente Vata perché leggeri come l’aria, avevo spento il mio fuoco (Pita) e aumentato moltissimo Vata, sia a livello fisico -avendo sempre molta aria nella pancia, quindi fermentazione, che alimenta la candida tra l’altro-, sia a livello mentale -ero sempre molto ansiosa, agitata e con la testa a mille continuamente.

Kandeepan sostanzialmente, con l’alimentazione, ha cercato di riportare a livelli normali Vata che era alle stelle e restituirmi il mio fuoco (Pita) e il modo per farlo è stato dandomi alimenti Pita (le spezie) e alimenti Kapa, ovvero alimenti “pesanti” e con la caratteristica di essere dolci (non mi ha dato i biscotti, sia chiaro!). Kapa è terra se vi ricordate. Io che avevo la testa tra le nuvole come un palloncino (eccesso di Vata) avevo bisogno che qualcuno prendesse quel palloncino e lo riportasse a terra e così ha fatto Kandeepan stravolgendomi l’alimentazione.

Ecco quindi svelato l’arcano mistero: ho iniziato a mangiare patate, ravanelli, carote, barbabietole, il latte, i latticini (solo ricotta, primosale e poca mozzarella, gli altri sono troppo acidi o pungenti e non vanno bene per me e me ne accorgo al primo boccone) e il riso bianco proprio perché sono alimenti kapa e io, come mi dice Kandeepan, devo “kapizzarmi”.

Ho anche ricominciato a mangiare la frutta! Yeah! Ma solo cotta perché come mi ha spiegato Kandeepan durante la cottura gli zuccheri vengono bruciati e così non c’è pericolo che io abbia ricadute con la candida. Devo dare tempo al mio corpo per trovare il suo nuovo assetto.

Questi sono solo alcuni esempi. Questo tipo di alimentazione va bene per me, sia chiaro, e andrà bene per me per un periodo, fino a quando il mio palloncino non sarà ben legato a terra e si sarà anche un po’ sgonfiato!

Importantissimo: quando dico che bevo il latte di mucca tutte le mattine significa che ne bevo 75-80 ml (quello che berrebbe un gattino sostanzialmente) allungato con 250 ml di acqua e rigorosamente con le spezie adatte a me (chiodi di garofano, zenzero, pepe nero e cardamomo). Come mi ha spiegato Kandeepan, quella quantità mi fa bene e ha un effetto curativo, di più sarebbe troppo per la mia costituzione. Idem per il formaggio: mangio ricotta, ma spesso ne mangio 50-60 gr e se mangio la mozzarella ne mangio due fette massimo, non una intera! Non perché io voglia fare la dieta, ma semplicemente perché il mio corpo non riesce a metabolizzarne di più, o meglio, lo fa, ma con fatica e io non voglio più che si affatichi. Ha sofferto troppo in questi anni.

I benefici?

I benefici li ho notati già dai primi giorni: pochissima aria nella pancia, digestione molto migliore -prima non digerivo un tubo!- metabolismo aumentato (se aumenta il calore aumenta anche il metabolismo) e sensazione di essere molto meno ansiosa e più tranquilla.

Il mio corpo ha iniziato a tornare verso l’equilibrio che avevo perso da tempo e così, complice anche uno sblocco mentale avvenuto durante il primo trattamento con Kandeepan, dopo 10 giorni è anche ricomparso il ciclo che non veniva da 7 mesi. Ora sto aspettando il secondo…incrociamo le dita!

La candida direi che è tornata al suo posto – non lo dico forte perché sono ancora terrorizzata, ma sto bene. Avevo avuto un momento in cui era ritornata, per un mio errore madornale: Kandeepan mi aveva detto che avrei potuto provare a mangiare un pochino di frutta fresca. Io ho mangiato tre chili di anguria che sono giusto un po’ di più “un pochino”. Mannaggia a me! Il mio corpo fa ancora fatica a metabolizzare gli zuccheri, devo dargli tempo. Sono così tornata alla mia frutta solo cotta e a qualche lavaggio magico di Kandeepan (ha una sua linea di integratori portentosi che crea proprio lui – S.A.P. Ayurveda) e in meno di una settimana è rientrato tutto e, secondo lui, mi sono liberata anche di residui vecchi che non avevo ancora eliminato.

Aggiornamento al 26 Dicembre 2017

A distanza di mesi posso dire che il mio incontro con l’Ayurveda è stato interessantissimo e mi ha insegnato molte cose sull’alimentazione e ha sbloccato in me credenze senza fondamento (prima mi rifiutavo di mangiare un risotto fatto con riso bianco, guardavo storte le patate e mangiavo tonnellate di verdura cruda che mi faceva male). Detto ciò, l’Ayurveda NON mi ha aiutata a stare meglio e non mi ha aiutata a risolvere i miei problemi alla radice. Solo recentemente, il medico Omotossicologo che mi segue da quasi due mesi mi ha aiutata a riportare il mio corpo in equilibrio – i miei problemi erano decisamente maggiori da quelli stimati da Kandeepan, ma d’altronde non aveva gli strumenti per individuarli. Quindi lo ringrazierò sempre per avermi aperto gli occhi su tante cose e sulla cultura Ayurvedica, che condivido per moltissimi aspetti.

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